Alessandro Marzotti
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Feltre, 05 aprile 2024
Si parla molto di malasanità, argomento ricorrente, praticamente giornaliero su tutti i mass media (TV, giornali, ecc.), spesso a ragione, soprattutto quando si parla dell'annoso problema delle liste d'attesa, ma enfatizzando i lati negativi del sistema e ignorando o citando raramente quei numerosi reparti e i tanti professionisti che continuano a prestare il loro servizio nelle strutture pubbliche, sottopagati, in numero insufficiente, con turni logoranti, talora addirittura aggrediti, oggettivamente impossibilitati a soddisfare le sempre maggiori richieste ed aspettative di una popolazione che invecchia, con grande vantaggio delle strutture private che prosperano e si moltiplicano.
Come medico di medicina generale per quasi 40 anni (nei primi anni medico condotto “di campagna”), da tempo in pensione, che per tutta la mia carriera ho assistito i miei pazienti solo nell'ambito del Sistema Sanitario Nazionale, rifuggendo da ogni proposta e lusinga di attività privata e quindi con una valutazione critica sul dilagare delle strutture assistenziali private a scapito di quelle pubbliche, mi si consenta pertanto di esprimere tutto il mio apprezzamento nei confronti del reparto di Chirurgia Generale dell'Ospedale di Feltre dove sono stato ricoverato per un intervento in day surgery alcuni giorni fa, Nella giornata di permanenza ho osservato attentamente il comportamento del personale (che non mi conosceva, non sapeva che ero un medico in pensione, se non tardivamente a seguito di domande di alcuni sulla mia attuale e pregressa attività). Sono stato testimone di un atteggiamento premuroso e competente da parte di tutti, medici, infermieri ed operatori sanitari, sempre sorridenti, disponibili (anche nei confronti di pazienti che definirei “insofferenti” , nei confronti dei quali, ai miei tempi, io avrei stentato a mantenere la calma), fornendo a tutti informazioni e consigli sulle procedure in atto in linguaggio semplice ed esauriente, con interventi tempestivi ad ogni richiesta del paziente, dimostrando un'esemplare professionalità ed efficienza.
Il giorno dopo la mia dimissione sono stato contattato con mia sorpresa e piacere da un'infermiera del reparto che voleva assicurarsi sulla regolarità del decorso post-operatorio (non mi sembra che ciò accadesse anni fa).
Pertanto posso solo esprimere fiducia, solidarietà e rispetto nei confronti di tutto il personale medico e paramedico di quel reparto in particolare ma anche di tutti coloro che operano in analoghe condizioni nelle strutture pubbliche, sperando che i tantissimi che come me hanno sperimentato esperienze positive, spesso per problemi molto più seri del mio, e che quindi condividono la mia valutazione non esitino a renderlo pubblicamente noto, credo che ciò aiuterebbe a far capire a molti che c'è ancora un sistema “sano”, con tutte le potenzialità per riaffermare l'eccellenza di tantissimi professionisti e personale nel Sistema Sanitario Nazionale che ha solo la necessità di essere supportato da una classe politica che nel 1978 con la legge di Riforma Sanitaria ne aveva sancito la nascita e che negli ultimi decenni pare volerlo ignorare o addirittura silenziosamente accantonare, ma che ha bisogno anche e soprattutto del sostegno e della dovuta stima dell'opinione pubblica.
Alessandro Marzotti